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Donna, Acqua, Vita

Un articolo di Edoardo Villani

Aprile è iniziato. In Italia gli alberi fioriscono, i campi si riempiono di tulipani e margherite, le giornate si allungano e il freddo, piano piano, lascia spazio ai primi caldi dell’anno. Qui in Togo, invece, il caldo umido delle piogge ha ufficialmente preso il posto della stagione secca. I contadini tornano a lavorare nei campi e per gli studenti questo è il primo segnale che l’anno scolastico sta volgendo al termine.

Durante la siccità, indicativamente da fine novembre a metà marzo, molte zone soffrono una vera e propria emergenza idrica, costringendo la popolazione locale a spingersi lontano da casa per trovare un po’ d’acqua; spesso attingendo da fonti insalubri. Qui ad Asrama, cantone nella “Region des Plateaux”(Regione degli Altopiani), dove la gente vive in media con meno di 2€ al giorno (rendendo quasi impossibile l’acquisto di acqua in bottiglia) e che durante la stagione secca può raggiungere temperature di oltre 40°, tutti attendono con impazienza l’arrivo dei rovesci e dei loro benefici. Oltre a riavviare l’attività agricola, principale fonte di sostentamento essendo la zona priva di industrie e con campi sconfinati, le piogge riempiono i pozzi e i secchi adibiti alla raccolta dell’acqua piovana. 

A portare l’acqua a casa sono sempre loro: le donne. Questo lavoro, faticoso e quotidiano, è una responsabilità silenziosa che, per qualche atavico motivo, spetta a loro. Partono con enormi bacinelle e rientrano con le stesse, cariche, sulla testa, lasciando cadere poco o niente di quel prezioso contenuto, protetto da braccia esperte.

Le osservo da sotto un albero, riparandomi dal sole. Sono numerose, accerchiano un pozzo e, insieme a loro, ci sono i figli. Per riempire i recipienti usano un secchio, legato con una corda al pozzo. L’acqua è salmastra e sicuramente piena di batteri; il rischio di contrarre il tifo è elevato. Si aiutano a vicenda, alzando insieme il pesante catino posizionandolo sulla testa. La schiena, sempre forte e diritta, oltre a reggere quell’enorme peso deve fare anche da “culla” per qualche bambino nato da pochi mesi o anni.

Lì capisco una cosa: acqua e donna sono entrambe sinonimi di vita.

Molte cose accomunano questi due elementi della nostra quotidianità. La loro natura mutevole e adattabile. La dolcezza e, allo stesso tempo, la forza. Ma, soprattutto, la capacità di donare un futuro a questo pianeta. Forse non è un caso che, nella cultura vodu locale, lo spirito dell’acqua sia rappresentato da una donna-serpente, una sirena chiamata Mami Wata. Spirito dei mari, amata e venerata per il suo immenso potere di creare e trasformare le nostre esistenze. Un po’ come una madre che nel grembo genera un figlio e, nel corso dei mesi, lo trasforma, rendendolo pronto alla vita.

E forse non è un caso che gli ultimi due pozzi a pompa manuale, costruiti da Tengo al Togo insieme a Eccomi, siano stati finanziati interamente da quattro donne: Gabriella, Lucia, Maria e Marisa.

Le quattro benefattrici hanno condiviso lo stesso pensiero: senza acqua non può esserci speranza. E grazie al loro contributo, le donne delle frazioni di Vodome ed Edouhoe non saranno più costrette a percorrere chilometri sotto il sole cocente per un bene così essenziale. L’acqua dei nuovi pozzi, prelevata da oltre 100 metri di profondità, sarà più sicura e meno soggetta a contaminazioni, riducendo il rischio di malattie.

Un pozzo è già stato completato; i lavori per il secondo inizieranno nei prossimi mesi. Ma questi non sono solo pozzi. Sono tempo risparmiato, fatica alleviata, salute preservata: la promessa di un futuro migliore.

Sono ancora sotto l’albero a osservare il viavai di gente. Rientrando mi rendo conto che il secondo pozzo sarà a pochi metri da dove risiedo; un domani l’acqua scorrerà più vicina a “casa” e con essa, anche la speranza. 

Grazie infinite a Gabriella, Lucia, Maria e Marisa: le nostre Mami Wata.

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La missione avanza

Un articolo di Edoardo Villani

La stagione delle piogge sta iniziando. Nuvole e tuoni accompagnano l’arrivo della sera da ormai una settimana. Il vento e i temporali rinfrescano l’aria, anche se l’umidità che segue annulla tutto lo sforzo di madre natura per non farci patire troppo il caldo.

Io e Cristina siamo qui da due settimane, ma ora non siamo più soli. Ciro, il presidente, ci ha raggiunto da pochi giorni insieme a don Pierluigi Cordola, prete della diocesi di Almese e Villar Dora che da anni affianca Ciro nella sue missioni in Africa e che offre molto spesso grosse donazioni per l’acquisto di beni primissima necessità e per lo sviluppo dei progetti nel cantone togolese; Antonio e Gabriella, i responsabili  della « costruzione » di un archivio  musicale per la fanfara della parrocchia del villaggio; i due tecnici Mario e Mauro, assistenti dell’associazione torinese “Rainbow for Africa”, con i quali collaboriamo per la costruzione del blocco operatorio.

Il lavoro non manca. Cristina ogni mattina è in giro per i villaggi del cantone e assiste Nina, l’ostetrica principale, con le visite alle mamme, e al pomeriggio svolge lo stesso compito in ambulatorio; Mario e Mauro lavorano insieme ai muratori locali nella costruzione del primo progetto del blocco operatorio;  Antonio e Gabriella ogni sera conducono lezioni di tromba ai giovani della fanfara; io e Ciro controlliamo l’avanzamento di altri progetti, come ad esempio l’avviamento del nuovo ambulatorio nel villaggio di Atchankeli, frazione del cantone molto inoltrato nella foresta, e partecipiamo a numerose riunioni con i capi e direttori locali.

Alla sera ci troviamo sempre per cena e per fare il punto della situazione e il programma del giorno dopo. Siamo stanchi, a volte nervosi, ma caparbi; sappiamo benissimo che queste cose non sono mai facili. 

Fuori piove, ma il caldo non molla. 

E nemmeno noi.

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Africa – Non c’è due senza tre

Un articolo di Edoardo Villani

A Reggio Emilia splende un sole bellissimo e la temperatura raggiunge i 20 gradi. Sebbene sia ancora presto, la primavera avanza e inizia a farsi sentire, mostrando i suoi primi segni; ma non potrò godermela. È il 4 marzo 2025, ho il passaporto in tasca e le valigie pronte: si riparte per l’Africa. 

Arrivo all’aeroporto di Malpensa con largo anticipo, non voglio correre con due bagagli da quasi 30 chili ciascuno. Aspetto qualche minuto e mi raggiunge Cristina, una giovanissima ostetrica appena laureata della provincia di Torino; per un mese saremo compagni di viaggio. Saliamo a bordo del nostro volo Ethiopian Airlines e finalmente si decolla: direzione Addis Abeba per lo scalo. 

Giungiamo nella capitale etiope senza difficoltà e iniziamo la trafila dei controlli per il nostro secondo e ultimo aereo, quello che ci porterà in Togo. Superiamo di corsa i metal detector, affiancati da una signora americana che, piuttosto alterata, esprime tutto il suo disappunto per questi continui controlli. Ma il secondo volo EA ci accoglie a bordo e la meta finale per la terza volta da due anni e mezzo è sempre la stessa: Lomé. 

È il 5 marzo, metà mattina, atterriamo nella capitale togolese. Il cielo è un po’ coperto con un timido sole ad accoglierci. Sbrighiamo le pratiche per il visto, recuperiamo le valigie e usciamo dall’aeroporto “Gnassingbé Eyadéma”. Fuori Alberto e Georges, i nostri partner locali, ci ricevono con abbracci e sorrisi che solo l’Africa può dare.

Il clima è caldo e umido, non proprio come quello che abbiamo lasciato in Italia. Caricata la macchina, ci dirigiamo verso Asrama; ci aspettano ancora due ore e mezza di auto. Ne approfitto per raccontare a Cristina la storia di questo piccolo paese, delle sue difficoltà, di come vive la popolazione qui, del caos della capitale. Non che in Italia non l’abbia fatto, ma sul posto ha un effetto diverso. Dopo quasi 19 ore di viaggio siamo stanchi, sporchi ma sereni; finalmente siamo arrivati. 

Giunti ad Asrama la prima tappa è il reparto materno-infantile del CMS (Centre Medical Social), dove Cristina lavorerà. Qui conosce Nina, l’ostetrica principale, donna tanto decisa quanto gentile che presta da anni la sua esperienza e dedizione in aiuto delle mamme del villaggio. Non solo durante i parti, ma anche prima e dopo, sensibilizzando sull’importanza di andare in ambulatorio a farsi visitare, dormire sotto le zanzariere per prevenire la malaria e tanto altro. Le due ostetriche preparano subito il programma per la settimana e scambiano anche qualche chiacchiera condividendo conoscenze e aspettative. 

Terminato questo primo incontro ci rechiamo nella casa delle Suore di Notre Dame di Nazareth, struttura che da tempo ci ospita e ci offre alloggio. Suor Tatiana, la direttrice, ci accoglie con una risata e un abbraccio riservando un’attenzione speciale a Cristina; io oramai sono di casa. Posiamo le valigie nelle nostre stanze e finalmente riusciamo a fare una bella doccia rinfrescante, anche perché fuori ci sono 35°. 

Per cena le suore ci preparano dell’ottimo riso con sugo al pomodoro, piselli e carne e del pollo fritto. È notte, finito di mangiare Cristina va a letto, io mi fermo un po’ di più per rivedere gli obiettivi: la costruzione del blocco operatorio, l’acquisto di un contaglobuli, l’allestimento di un nuovo laboratorio per le analisi, la costruzione di un pozzo. C’è tanto da fare. Il giorno dopo la sveglia suona presto: la missione ha inizio.

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Abbiamo riso per una cosa seria

Ritorna anche quest’anno la campagna riso in collaborazione con Eccomi, Masci, Focsiv e Coldiretti, durante la quaresima di fraternità, per sostenere un nuovo progetto sanitario di Tengo al Togo.

Come ricorderete, già due anni fa, abbiamo promosso questa campagna per sostenere la costruzione del liceo, con grandi risultati.

Quest’anno, il nostro obiettivo primario è portare ad Asrama un centro operatorio d’urgenza.

Oggi, i nostri amici togolesi, in caso di urgenza ospedaliera, possono metterci da un’ora fino a quattro per arrivare all’ospedale più vicino, con il rischio di complicanze e morte durante il tragitto.

Partendo da villaggi immersi nella foresta, il tasso di morte è elevatissimo.

Costruire un centro operatorio d’urgenza ad Asrama permetterebbe di ridurre drasticamente questi tassi di morte, salvando vite con molta più facilità.

Grazie anche alla collaborazione di Rainbow for Africa, un primo container è già arrivato ad Asrama con una prima parte di materiale medico. Ora dobbiamo trasportare un secondo container con all’interno la restante parte del blocco operatorio. Quindi installarlo presso il centro medico, formare personale medico e renderlo operativo.

Un progetto di grande aspettativa e con spese da affrontare di rilievo, ma sappiamo di poter contare ancora una volta sul vostro aiuto, perchè anche voi Tenete al Togo e in questi 15 anni ce lo avete dimostrato.

Partecipa alla campagna “Abbiamo riso per una cosa seria” acquistando presso di noi il riso solidale.

Ogni kg costa 7 euro e ci permetterà di raggiungere questo nuovo traguardo.

Contatta i due responsabili per prenotare tutto il riso che vorrai:

Massimo +39 348 606 4115

Ciro +39 347 374 0849

Grazie davvero!

Abbiamo riso per una cosa seria
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A teatro ricordando Francesco

Sabato 8 ottobre, al salone “Don Bunino” di Bussoleno, è andato in scena uno spettacolo teatrale: due atti unici di Anton Checov “L’orso e la domanda di matrimonio”. L’opera, portata in scena dal gruppo teatrale “I Quattro tra le Quinte”, guidata dal regista Giuseppe Cigno e composta da molti amici di Tengo al Togo, ha trasportato il pubblico in uno spettacolo divertente e ha permesso di raccogliere offerte per la nostra Associazione.

Questo spettacolo teatrale ha aperto i festeggiamenti dei 15 anni di attività di Tengo al Togo nel ricordo di Francesco. Il 14 marzo 2023 saranno già 15 anni dalla sua prematura scomparsa. 15 anni in cui il suo ricordo ci ha accompaganto ogni giorno in tutte le numerose attività realizzate in Togo.

Festeggiamenti che proseguiranno da qui e per tutta la prima parte dell’anno 2023 con:

  • Concerto natalizio a Bussoleno.
  • Messa in ricordo di Francesco a marzo.
  • Cena multietnica a Sant’Ambrogio a maggio.

Per non perdere ogni novità continua a seguirci sui nostri principali social, facebook e instagram.

Lo spettacolo teatrale è stata una bella occasione per rivedere tanti amici e sostenitori e per poter raccontare gli ultimi traguardi raggiunti grazie al sostegno di tutta la Val di Susa e non solo.

In particolare, Tengo al Togo, quest’estate, è stata riconosciuta, attraverso Eccomi Onlus, come ONG togolese. Un traguardo importantissimo che rende la nostra realtà ufficialmente un ente del territorio che si occupa di sostenere e aiutare la popolazione togolese. Questo permetterà di poter operare ancora più efficacemente sul territorio.

Inoltre, da agosto abbiamo due giovani ad Asrama del Servizio Civile Universale che staranno in Togo almeno 10 mesi. Stanno operando in campo scolastico con diverse attività per gli studenti del Cantone.

Se sei interessato/a a partecipare, contattaci!

Lo spettacolo teatrale, infine, si è concluso con le parole di padre Justin, amico da anni della nostra associazione e punto di riferimento ad Asrama, in quanto è stato per anni il vescovo della parrocchia del Cantone. Oggi è viceparroco di Bussoleno, a riprova del grande legame di Tengo al Togo con tutta la Val di Susa.

Appuntamento a dicembre con Tengo al Togo!

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La polenta solidale 2022

Tengo il Togo anche quest’anno mette in campo una campagna solidale per sostenere i propri progetti in Togo.

polenta solidale

Grazie alla collaborazione con il Molino Roccati s.a.s., Tengo al Togo vi propone polenta di alta qualità che avrà lo scopo di completare il Liceo da poco terminato in Togo.

L’intenzione è quella di costruire altre due strutture che ospitino l’aula insegnanti e dei laboratori didattici, così da migliorare l’offerta formativa per gli oltre 1.200 studenti frequentanti.

polenta solidale

Tutti voi che ci sostenete in questi hanni avete reso possibile quello che per noi era soltanto un sogno.

Voi “Tenete al Togo” e ce lo avete dimostrato più e più o volte e per questo grazie davvero.

Quindi cosa aspettate?

Guardate quanta polenta solidale vi aspetta!

polenta solidale

Aspettiamo solo più le vostre prenotazioni: chiamate al 347 374 40 849 o al 348 606 4115 oppure scriveteci a tengoaltogo@libero.it

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Liceo in Togo: ce l’abbiamo fatta

Tengo al Togo, nella primavera del 2019, ha deciso di rispondere presente alla più grande richiesta della popolazione del Cantone di Asrama: ricostruire il liceo di Asrama.
Una struttura capace di ospitare circa 700 alunni e altri 500 della scuola media, perché sì, anche gli studenti delle medie usavano questa struttura perché non ve ne sono altre.

La struttura esistente, di inizio secolo scorso, ormai non era più sicura e molte aule erano state spostate in aule-capanna: una situazione niente meno che pericolosa.

L'ingresso del liceo prima dei lavori

Si è quindi deciso di progettare una nuova struttura in muratura: un complesso architettonico composto da 4 strutture, ognuna con 3 aule, ognuna da circa 25.000 euro, per un totale di 100.000.

Il più grande progetto dell’associazione.

Tengo al Togo tutta era consapevole delle difficoltà che si sarebbero incontrate e sapeva che avrebbe dovuto lavorare anni per questo progetto, ma era certa che, chi è stato sempre vicino all’associazione, avrebbe creduto anche in questo nuovo obiettivo. E così è stato.

L’inizio dei lavori del liceo

A Natale del 2019 Eccomi, l’organizzazione di volontariato che appoggia Tengo al Togo, ha deciso di credere in questo progetto con un’importante donazione, che non solo ha permesso di cominciare i lavori, ma anche dire all’associazione “Ora non si torna indietro”.

La costruzione del primo plesso del liceo

Poi è arrivato il Covid.
Sappiamo tutti com’è andata, come sta andando.
Una difficoltà che ha bloccato tutto.
Tutte le classiche attività di raccolta fondi annullate.

Tengo al Togo ha dovuto quindi reinventarsi.

Ha deciso di cambiare strategia: contattare enti, finanziatori e porta dopo porta tutti coloro che fin dal 2008 sono vicini a questa realtà valsusina.

Il risultato?

Settembre 2021 l’ultimo mattone del liceo è stato posato: il più grande progetto di Tengo al Togo portato a termine, in appena due anni, durante la più grande crisi globale degli ultimi decenni.

Il liceo concluso

Una grande conquista

E questo solo grazie a tutti coloro che hanno creduto in tutto ciò. Grazie a tutti coloro che sono stati vicini all’associazione. Con il tuo, il vostro appoggio. Grazie per aver permesso tutto ciò.

Akpè (grazie in togolese) da tutta la comunità di Asrama.

Ora ovviamente non possiamo dire di essere arrivati alla fine.

Ad Asrama abbiamo quindi delle nuove aule per l’infanzia e per le elementari, un liceo che ospita anche gli studenti delle medie, una biblioteca e un salone polivalente.

Finalmente ogni bambino potrà avere un’istruzione sicura fino alla maggiore età.

E questo grazie a tutto il tuo, il vostro appoggio.

Il prossimo obiettivo è dare anche qualcosa agli insegnanti: costruire una sala professori e una segreteria per il complesso architettonico.
Questo di certo un progetto più piccolo, ma fondamentale per chiudere il cerchio dei progetti educativi scolastici per Asrama.

Ma sappiamo che possiamo farcela.

Insieme.

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Non ti costa nulla, ma vale tantissimo: dona il tuo 5×1000 a Eccomi e aiutaci a sostenere i progetti in Togo

Che cos’è il 5×1000?
Il 5×1000 è una quota dell’imposta IRPEF: il 5 per mille dell’imposta sul reddito delle persone fisiche che lo Stato distribuisce tra enti che svolgono attività socialmente rilevanti. Viene dunque destinato ad associazioni o enti che si occupano di attività d’interesse sociale, volontariato o ricerca scientifica.

Tuttavia, il 5×1000, è una risorsa che distribuisci tu: ogni cittadino, in sede di dichiarazione dei redditi, può scegliere la destinazione della propria quota.

Perché donare il tuo 5×1000 a Eccomi?
Nata come associazione di volontariato nel 2006, Eccomi è oggi un’organizzazione non lucrativa di utilità sociale che si compone di più associazioni. Tra queste troviamo la nostra Tengo al Togo.

Le nostre attività spaziano dal supporto medico-sanitario ai progetti scolastici, il tutto destinato alla popolazione del cantone di Asrama, in Togo.

Bambini orfanotrofio Tohoun

Dove si possono consultare gli elenchi dei beneficiari?
L’elenco è pubblico ed è consultabile sul sito dell’Agenzia delle Entrate, dov’è presente anche un motore di ricerca che consente di trovare tutti gli enti iscritti.

Le associazioni sono poi tenute a dismostrare in che modo hanno utilizzato le risorse pervenute tramite le donazioni del 5×1000: ciò significa utilizzare in modo trasparente le risorse nel rispetto del cittadino.

Come donare il 5×1000?
È molto semplice: ciò che serve è il modulo 730/2021, documento su cui apporre il codice fiscale del beneficiario.

Il codice fiscale di Eccomi è 97418410581

Non ti costa nulla, ma per noi vale tantissimo: sostenendo Eccomi aiuterai al contempo Tengo al Togo e ci permetterai di sostenere i progetti attivi sul territorio del cantone di Asrama.

CODICE FISCALE ECCOMI 97418410581

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Liceo ad Asrama – Primo plesso quasi terminato

Per le feste di Natale 2019 abbiamo iniziato la raccolta fondi per la ricostruzione del liceo di Asrama (qui i dettagli). Si tratta di un insieme di 4 plessi, ognuno di 3 aule, per un costo totale di 100.000 euro, cioè 25.000 per plesso, capaci di ospitare circa 1.200 ragazzi tra scuole medie e superiori, il quale porterà istruzione e anche benefici economici sul territorio, sia durante la realizzazione, che successivamente.

La raccolta fondi ha dato fin da subito un enorme risposta e in questo momento non possiamo fare altro che ringraziare chi ci ha aiutato fino ad oggi.

I lavori di costruzione quindi erano già potuti partire alla fine del 2019 e questo ci ha dato molta speranza. Pensavamo si potesse arrivare a terminare uno dei 4 plessi entro la fine dell’anno scolastico in modo da permettere agli studenti di poter fare gli esami già nella nuova struttura.

Ma poi è arrivato questo nemico invisibile, che ha fermato le nostre vite e anche tutte le attività in programma della nostra associazione che ci avrebbero permesso davvero di concludere il primo edificio entro Giugno.

Non possiamo negare di aver pensato di non riuscire più a portare a termine l’opera e lo sconforto ci ha un po’ raggiunto.

Ma poi la bellissima sorpresa: voi non avete smesso di sostenerci! Altre donazioni sono arrivate, anche molto cospicue, perché i nostri progetti in Togo sono ormai entrati nel cuore di tanti amici e conoscenti i quali non ci hanno fatto mancare il loro sostegno anche in questo momento di grande difficoltà. Ciò ci ha permesso di continuare il primo dei 4 plessi.

Ed ecco oggi lo stato dei lavori: il primo plesso è quasi concluso!

Ormai mancano solo più 1.500 euro per le ultime rifiniture e finalmente i ragazzi di Asrama potranno sostenere i loro esami in una struttura nuova e sicura.

Solo voi potete renderlo possibile!

[Exq_ppd_form]

Altrimenti puoi effettuare un bonifico sul nostro C/C bancario:

Intestazione: TENGO AL TOGO

IBAN: IT43V0306967684510749157510

Ecco anche un video che rende ancor meglio l’idea di quanto i lavori sono a buon punto.